Biografia

Donatella Tomassoni nasce a Spoleto nel 1962, sotto il segno dei pesci, come il titolo di una canzone. Vive fin da piccola una profonda spiritualità pensando di essere una prediletta, con una missione nella vita … mai scoperta, ma in continua attesa di…

All’età di quattro anni si trasferisce con la famiglia a Torino, in una terra fatta di nebbie, di colori smog giallo-grigi, di una marea di divise blu, e segnata dall’odore acre del mattino.

Nel ’78 torna in Umbria e vive questo passaggio come una rinascita che la porta in fretta a fare i conti con una natura fatta di un cielo così blu da accecare e togliere il fiato e una terra in cui regnano mille tonalità di verde.

La necessità di dover contare su una situazione stabile la costringe ad iniziare il lavoro da operaia e per sopravvivere alle varie intemperie dipinge a più non posso. Vive crisi, dubbi, angosce, poi riemerge fenice dai mille tentativi. Con il tempo concentra il suo lavoro su opere in bianco nero in cui rappresenta scene di vita quotidiana legate al mondo contadino e operaio di fine ottocento / metà del novecento.

Sono queste opere ad attirare le attenzioni di Franco Profili e a dare il via ai lavori che portano al ciclo che è oggetto di questa mostra e alla nascita tra l’artista e il curatore di un rapporto di rara e intensa complicità. La natura in bianco nero, eliminata la presenza umana, torna prepotente ad essere la protagonista in un percorso che è il frutto del continuo confronto che in via epistolare i due tengono durante il lockdown da ottobre 2020 a tutto il 2021. La pittura dell’artista resta umorale ma è per la prima volta discussa e costruita passo dopo passo dalla condivisione e confronto con un altro pensiero. La natura in bianco nero cambia aspetto, viene scavata, asciugata e ridotta al suo essenziale e torna sotto nuove vesti al servizio di un fare che si apre a scenari tutti ancora da scrivere.